martedì 28 ottobre 2008

i nostri figli negri... di Massimo Salomoni

Ci ha scritto Massimo Salomoni, un papà adottivo che dopo aver letto il nostro blog ha voluto farci dono delle sue riflessioni su un tema che abbiamo affrontato qualche post fa: il razzismo e la discriminazione. Ben volentieri pubblichiamo la sua lettera, ottimo spunto per un dibattito sul tema. Segnaliamo anche una lettura interessante al riguardo, indicando il link di un articolo di Carlo Bonini di Repubblica.

Sono un genitore adottivo, e come me molte famiglie hanno figli con una pelle di colore diverso dalla maggioranza dei bambini della loro classe.
Per dirla con le sottili metafore utilizzate dai nostro popolo di santi, eroi e navigatori (che in strada o in treno non sta troppo a sottilizzare fra chi ha il permesso di soggiorno e chi è irregolare, chi è di seconda generazione e chi è adottato, chi è figlio di coppie "miste" e chi è "di seconda generazione") sono negri.
O cinesi, o marocchini, o zingari... ormai qui si picchiano tutti senza troppe distinzioni. E questo, da genitore, mi fa paura.
Noi genitori adottivi stiamo crescendo i nostri figli in una famiglia italiana, pur rispettando le loro origini e le loro storie, e non vorrei che, una volta riusciti a ricucire il loro dolore per l'abbandono
che hanno subito da bambini e aiutatili a integrarsi nella società che li circonda, si trovassero a essere fermati da qualche vigile urbano, o da qualche naziskin,
che li pesta dicendo di tornare al loro Paese, che guarda caso è questo.
Scusate la crudezza del titolo di questa mail, ma non ne posso davvero più . Non ne posso più del fatto che notizie così si ripetano ogni giorno, non ne posso più di chi sfoga la propria frustrazione su chi è diverso da lui, non ne posso più di chi giustifica queste aggressioni dicendo che non si tratta di razzismo (ma non ho mai sentito di nessuno che rincorreva un ladro di biscotti prendendolo a sprangate e gridandogli "sporco bianco").
E sono frustrato dal fatto che fra noi famiglie adottive , in riunioni e forum su internet, parliamo di quanto sia bello accogliere un bambino, mentre sul treno accanto a me un signore spiegava a un suo amico che "è meglio che Obama non venga eletto, se no si montano la testa anche i negri che abbiamo qui".
Abdul a Milano, Emmanuel a Parma, i campi nomadi incendiati a Napoli, gli insulti ai Martinitt da parte di due liceali a Milano, ora questo cinese a Roma... tutte queste vittime hanno il colore della pelle dei nostri figli, potrebbero essere loro da grandi, potrebbero essere nostri figli.
Anzi, sicuramente lo sono. Perché se abbracciamo la cultura dell' accoglienza, queste vittime sono davvero gli ultimi della terra. E questa volta la terra è la nostra, questo nostro Paese vecchio nell' anima, impaurito e astioso contro le cose che gli stanno cambiando intorno, sempre in cerca di giustificazioni pretestuose per assolversi da comportamenti che si possono soltanto definire indegni di una civiltà che si vanta delle sue radici cristiane. Ma evangelicamente un albero si riconosce dai suoi frutti, e non dalle sue radici. E i frutti malati di questo albero sono la dimostrazione che le radici cristiane sono state nutrite di veleno, e che forse sarebbe meglio abbattere l'albero e bonificare il terreno in cui sono piantate.
Forse un modo per farlo è davvero considerare tutte queste vittime come nostri figli, e visto che questo è il paese che ci è toccato in sorte e che abbiamo scelto per loro, dobbiamo fare di tutto per difenderli. Per difendere i nostri figli e il loro diritto a essere cittadini del mondo, e per difendere il nostro Paese da questa deriva che nessuna politica sta cercando seriamente di fermare. E a questo proposito, vorrei invitare a una riflessione l' onorevole Santanché: durante l'ultima puntata di Anno Zero la signora si è giustamente risentita perché un ospite, durante la pausa della pubblicità, l'ha insultata con un termine irripetibile che, quasi sicuramente, nasceva dal semplice fatto biologico di essere una donna. E si sa che cosa diventi una donna per gli ignoranti, quando la vogliono insultare. Pregherei però l'onorevole di fare un passo in più, e di considerare quanto per altri essere umani come lei possa essere offensivo essere insultati per il semplice fatto biologico di avere la pelle di un colore differente. E magari di riflettere su quella nostra conoscente, figlia di diplomatici africani, che ancora su un treno (ma che gente viaggia sui treni?) si è vista allungare da un distinto signore italiano un biglietto da 50 euro. Indovinate con quale motivazione.
Saluti cordiali e multicolori, come la nostra famiglia e quelle di tanti altri genitori adottivi.
Massimo Salomoni

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