sabato 13 novembre 2010

Regali discriminanti

Hai la pelle scura, non sei italiano. Per te niente regalo. Difficile collezionare tre idiozie con appena sette parole. Un'agenzia di pubblicità milanese c'è riuscita, riucendo a discriminare un ragazzo di origini indiane, cittadino italiano, figlio di una famiglia lecchese che lo ha addottato quand'era bambino. Ecco la storia pubblica dal quotidiano La Provincia di Lecco.

Ci scusiamo moltissimo per l'accaduto. Sembra essere finita così, con una mail inviata ieri mattina, il caso del consigliere comunale di Lecco - Prashanth Cattaneo - fatto oggetto venerdì scorso a Milano di un brutto episodio di discriminazione da parte di un'agenzia incaricata di distribuire dei gadget omaggio. Il giovane lecchese - di origini indiane ma adottato sin dall'età di 10 mesi, italiano a tutti gli effetti - aveva raggiunto con un amico congolese una postazione pubblicitaria davanti alla stazione Centrale e al palazzo del Pirellone ma si era visto rifiutare il kit omaggio in distribuzione con la scusa che «non era di Milano» e, davanti alle inevitabili rimostranze, «che non era italiano». Come se per aver diritto ad un banalissimo gadget la discriminante fosse il colore della pelle...
Turbato dall'accaduto e per una mera questione di principio, il giovane consigliere comunale di Lecco - 25 anni, laureato a Milano, giornalista pubblicista e occupato in una agenzia non governativa - aveva deciso di fare piena luce sull'accaduto ed aveva telefonato all'agenzia incaricata dalla distribuzione. Ricevendo, senza alcun imbarazzo, la stessa risposta: i gadget erano in distribuzione soltanto agli italiani perché così, era stato aggiunto, voleva il cliente. Il caso era diventato di dominio pubblico con l'articolo pubblicato sabato su «La Provincia di Lecco» e che aveva avuto l'interessamento di altri media nazionali. Quanto è bastato, in buona sostanza, per indurre l'agenzia a rettificare il tiro. «Gentilissimo Prashanth - si legge nella mail inviata al giovane lecchese - la distribuzione in corso è rivolta ad un pubblico residente in Italia (questo solo per questioni legate al concorso in essere) e di età superiore ai 30/33 anni (Uomo e Donna). Il nostro personale che svolge la distribuzione è stato quindi formato per distribuire il kit alle persone che rispondono a questi requisiti». Insomma, un modo per aggirare il problema ed evitare ulteriori problemi. «Mi auguro quindi che non le sia stato consegnato il kit - si legge ancora - per una questione legata all'età e non alla sua residenza. Più avanti sarà infatti in distribuzione il kit dedicato alla fascia di età 20/30 anni quindi con prodotti e servizi dedicati propriamente alla sua fascia di età. Ad ogni modo la ringraziamo moltissimo per la sua utilissima segnalazione e sarà nostra cura approfondire questo argomento con il team distributivo per ribadire che non è necessario essere nati in Italia, ma semplicemente essere residenti in Italia (e non necessariamente nella città di Milano). Ci scusiamo moltissimo per l'accaduto, cordialmente». L'interessato prende atto e si "accontenta" dell'ondata di indignazione sollevata. «Diciamo che la cosa si è chiuse "bene" - commenta - Resta il fatto che la persona che mi ha risposto al telefono non ha definito grave il comportamento del ragazzo che distribuiva ma non essendoci documentazione - la telefonata non è registrata - forse è opportuno "chiudere" il caso». fonte: La Provincia di Lecco

martedì 9 novembre 2010

Il Sacconi dei bimbi

Quando si apre bocca, in particolare in un contesto pubblico e soprattutto se si rappresenta il governo, si dovrebbe avere l'arguzia, scelto il tema, di rispondere a una semplice domanda: quali sono i soggetti coinvolti nella mia affermazione? In poche parole: chi andrò a colpire? Il ministro Sacconi, autore dell'improvvida frase sugli aiuti governativi erogabili solo agli sposi con figli, quella domanda forse non se l'è neppure posta. E speriamo, sia così. Perché altrimenti vorrebbe dire che un ministro della nostra Repubblica ha stilato una sua personalissima graduatoria sui bambini: quelli degni di aiuto e quelli meno degni, perché macchiati dal peccato originale dei genitori. Per non far cenno alla seconda parte dell'affermazione ministeriale: non solo gli aiuti andrebbero dati alle famiglie i cui genitori hanno la fede al dito, ha chiosato il ministro, ma andrebbero a quelle famiglie che si impegnano alla procreazione. Insomma: bimbi adottati da coppie di fatto mettetevi il cuore in pace. Facili battute a parte non possiamo non sottolineare il fatto che l'elaborazione di simili frasi, pronunciate con inquietante leggerezza, sia paragonabile a un risveglio da sonni inquieti, quando non si sa se l'ansia che ci opprime è reale oppure frutto di un incubo. Increduli, vorremmo ricordare al ministro che la sua frase, pronunciata sicuramente credendo di far felice la platea della conferenza della famiglia e più in generale l'elettorato cattolico, è nei fatti un sonoro schiaffo ai bambini. La conseguenza di quel messaggio è fin troppo chiara: i tuoi genitori non sono sposati? Non sei degno di aiuti. Si dirà che non voleva. Si dirà che poi ha ritrattato. Si dirà che a tutti può scappare una sciocchezza di tanto in tanto. Bene, allora lo si dica ai bambini e a tutti coloro che quotidianamente sono impegnati in giro per il mondo a ricordare che i diritti del fanciullo valgono per TUTTI i bambini, rosa o marroncini, bianchi o gialli, con gli occhi a mandorla o con i capelli ricci, alti o bassi, sani o malati, di casta alta o "intoccabili", maschi o femmine, orfani o con famiglia. La frase di Sacconi mina nelle fondamenta questo sforzo e, a meno di due settimane dalla ricorrenza della firma della convenzione dei Diritti del fanciullo, è un doloroso schiaffo ai bambini. A tutti i bambini: anche a quelli procreati da genitori sposati.

venerdì 5 novembre 2010

A tutti i pellerossa nel presepe

Il pellerossa con le piume in testa
e con l'ascia di guerra in pugno stretta,
com'è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l'asinello, e i maghi sul cammello,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via! Toro Seduto:
torna presto di dove sei venuto.
Ma l'indiano non sente. O fa l'indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua,
ha fatto tanto viaggio,
perchè ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.

Gianni Rodari

mercoledì 20 ottobre 2010

Chi fa da sé...





Don Aloysius è sempre stato un referente “difficile”. Perché è difficile prevedere un vulcano; eppure sprigiona energia da vendere.
Con il progetto Sogni D’Oro volevamo, e vogliamo, sostenerlo nell’acquisto di letti per i 125 bimbi che dormono stabilmente nel suo centro.
Le cose sono andate più o meno così:
Durante il suo viaggio in Italia Aloysius ha confrontato il suo preventivo di spesa per l’acquisto dei letti con i costi presi da un catalogo Ikea! Ha dunque chiesto cosa fosse l’Ikea; abbiamo visto i suoi occhi brillare quando gli abbiamo detto che i mobili dell’Ikea ce li si può montare da soli. E’ per questo che costano poco.
Rientrato in India e ricevuti i primi contributi per il suo progetto Aloy è andato a comprarsi alcuni attrezzi da falegnameria e legna da riciclo.
I letti, singoli e non più a castello, li costruirà lui. Queste le sue parole:

"Mi sono lanciato nel produrli. Nel primo luogo io sono andato a comprare le machinarie e poi con aiuto di mio aiutante giovane io già fatto un letto alla prova. Ed io vi ho allegato la foto anche la foto delle macchine comprate. Io devo rifinire ancora e devo fare anche il letto a scalino. Così vi mando man mano le foto. Ringrazio voi per vostra condivisione e solidarietà. Con gusto lavoriamo perché i bambini poi li godranno."

In questo modo il nostro vulcano abbatte i costi.
Anche perché i suoi bimbi sono già diventati 150.
Continuate a sostenerci.
Per favore.

lunedì 20 settembre 2010

Tume Dida se ne è andata…

Tume Dida se ne è andata…
È la prima, da quando abbiamo iniziato il “Progetto Sololo”.
Si è spenta in ospedale poco dopo l’arrivo;
malaria cerebrale, si dice.
Il suo fratellino, arrivato con lei, invece, ce l’ha fatta a superare questa stessa battaglia…
E ora per lui, come per tutti gli altri nati qui, la quotidiana guerra del “riuscire a vivere” continua; per ora.
Tume ci ha lasciati con i nostri rimorsi e i nostri sensi di colpa.
La seguivamo, come si poteva, al suo domicilio.
Sapevamo della madre, forse non perfettamente a posto dal punto di vista psichico.
Sapevamo che lei e i suoi 4 fratelli talvolta venivano trascurati; ed erano ogni tanto abbandonati.
Due di loro avevano trovato sistemazione presso parenti,
mentre gli altri attendevano di poter essere accolti nel nostro villaggio.
Potevamo fare di più? Potevamo arrivare prima?
Non lo sapremo mai.
Di lei rimane la foto di un volto tenero, dagli occhi sofferenti per qualcosa
che neppure lei sembra riesca a comprendere cosa sia esattamente …
Non so se la sua breve vita sia veramente passata invano;
anche se il nostro “primo mondo” neppure sapeva del suo arrivo tra noi “umani”.
Ciao Tume; perdonaci.

Per favore, aiutaci a garantire le giuste cure e attenzioni ai bimbi di Sololo. Puoi farlo sostenendo il progetto o attivando un sostegno a distanza di un bimbo del Villaggio Orfani Sololo.

domenica 19 settembre 2010

Mamma, stasera non torno a casa...

Kunduz, Afghanistan.
"Mamma, oggi sono uscito a giocare con i miei amici. Come i bambini di tutto il mondo ci siamo messi a correre per i campi, quando abbiamo notato un giocattolo speciale. Vedi, mamma, spuntava dal terreno e scintillava sotto il sole. E noi siamo corsi a guardare cosa fosse. Sai, mamma, in assenza di palloni a cui tirare calci o anche uno di quella montagna di giochi che riempiono gli scaffali dei negozi che ogni tanto vediamo sulla televisione, quella che il papà ha attaccato alla padella che lui chiama parabola, ci arrangiamo con quello che troviamo per divertirci. Ora, mamma, non so spiegarti come ma all'improvviso quel gioco si è animato. E' diventato vivo. E ci ha aggredito. Con un boato spaventoso ha azzannato me e i miei amici. Mamma, oggi sono uscito per giocare. Non aspettarmi per cena".

ps Qui la notizia dell'ennesimo diritto negato ai bambini

venerdì 17 settembre 2010

Considero Valore

Considero valore ogni forma di vita,
la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto,
un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato,
due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente,
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo,
accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord,
qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare
e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto

Erri de Luca, pubblicata su "Opera sull’acqua e altre poesie", (Einaudi - 2002).

martedì 14 settembre 2010

Educare all'amore

Di fronte alla scuola elementare di Adro, nel Bresciano, trasformata in un guazzabuglio di simboli di partito. Di fronte alle immagini dei bambini portati in piazza a urlare e inveire contro l'occidente, a causa di un paio di individui che non hanno di meglio da fare che bruciare copie del Corano. Di fronte ai piccoli e grandi episodi di bullismo che non attendono l'adolescenza, ma coinvolgono bambini sempre più piccoli, forse è il caso di riproporre una poesia che ci ricorda che i bambini sono fragili. Ed i loro cuori vanno maneggiati con cura.

I bambini imparano ciò che vivono.

Se un bambino vive nella critica impara a condannare.

Se un bambino vive nell'ostilità impara ad aggredire.

Se un bambino vive nell'ironia impara ad essere timido.

Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.

Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.

Se un bambino vive nell'incoraggiamento impara ad avere fiducia.

Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia.

Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede.

Se un bambino vive nell'approvazione impara ad accettarsi.

Se un bambino vive nell'accettazione e nell'amicizia impara a trovare l'amore nel mondo.

Doret's Law Nolte

La cartolina


Ricevere una cartolina fa sempre piacere. Oggi ancor di più perché questo colorato cartoncino affrancato e timbrato è stato soppiantato dalle nuove tecnologie.
Una cartolina scritta e spedita da una famiglia che si è appena incontrata è bello ed emozionante. Grazie di cuore.

domenica 12 settembre 2010

Assaggio in India

Che bella serata! Grazie ai tantissimi amici che ieri hanno riempito di risate, curiosità, simpatia e allegria la "vela" di Paderno d'Adda per la quinta cena indiana della nostra associazione. Una serata meravigliosa. Grazie anche a Singh e ai suoi cuochi: cibo ottimo... Come sempre.

mercoledì 18 agosto 2010

L'abbraccio

E’ dura lavorare in agosto. Altra cosa sarebbe stare in vacanza di fronte a un mare incantato o a una verde montagna. Oggi, in India, due bimbe hanno abbracciato i loro genitori. Era molto che si aspettavano.
Ci sono cose che contraccambiano l’impegno, le arrabbiature, le difficoltà e le frustrazioni.
Le mamme e i papà ci hanno chiamato in sede. Erano felici e commossi. Improvvisamente ci hanno ripagato della fatica di questo periodo; non abbiamo più pensato al mare ne alla montagna. Ma solo alla gioia di questo abbraccio.
Anche noi oggi siamo felici e commossi.

giovedì 29 luglio 2010

I bambini ci insegneranno a vivere

I bambini ci insegneranno a vivere se:
- saremo in grado di lasciare spazio e tempo per esprimersi
- sapremo riconoscere la loro storia e identità narrativa attraverso i diversi percorsi di ricostruzione delle basi sicure
- sapremo leggere oltre il comportamento anomalo
- sapremo sorridere, sognare, cantare e gioire insieme a loro
- Ri-diventeremo comunità educante
- Costruiremo proposte cariche di significato
- Sapremo rispettare, ascoltare, guardare…
- Sapremo trovare i giusti mediatori
- Sapremo investire nelle risorse umane e sociali
- Sapremo costruire reti di sostegno solidali
- Sapremo aver fiducia e valorizzare…
- Sapremo essere adulti responsabili, coerenti e presenti


venerdì 16 luglio 2010

Sotto un cielo africano

Fa caldo a Milano. Un caldo africano si sente dire.
Valentina e Alberto stanno preparando delle valigie pesanti. Ci mettono dentro sogni, pensieri, desideri, preoccupazioni e trepidazione.
Andranno in Kenya a incontrare il loro bimbo. Ci resteranno a lungo. Sarà un'esperienza unica.
Alla loro famiglia, finalmente riunita sotto il cielo africano, va il nostro immenso saluto.
Siamo emozionati e convinti che tutto andrà per il meglio.
La prima adozione di Mehala in Kenya.

lunedì 12 luglio 2010

Il gioiello rubato




Quando entriamo in un negozio e vediamo un oggetto che ci piace, prima ancora di conoscerne il prezzo dovremmo preoccuparci di un'altra fondamentale domanda: da dove arriva e, soprattutto, qualcuno è stato sfruttato per realizzarlo? Il rischio, infatti, è di indossare un gioiello sudicio del sudore di un'infanzia scippata. La storia qui sotto, in inglese, racconta di Ravi, un bimbo indiano di sette anni trovato a lavorare 98 ore alla settimana per incastonare perline nei bracciali venduti da catene di negozi britannici. Restiamo sbalorditi e nauseati al pensiero che per un pugno di sterline vi siano adulti pronti a uccidere l'infanzia e l'innocenza dei bambini.
L'articolo, che riprende una storia pubblicata dal Times, è presa in prestato dal Sun...

A BOY of seven has been found working 98 hours a week in a sweatshop making cheap Christmas goods for the high street.

He was earning just SEVEN PENCE an hour and doing a 14-hour day, from 9am to 11pm seven days a week in a slum in Indian capital Delhi.

The lad, called Ravi, looked pockmarked and exhausted as he glued glitter on to gold napkin rings to be sold in Poundland.

An undercover reporter filmed him working with seven other youngsters at the sweatshop making glittery trinkets for Indian exporter Trishulin Overseas, which supplies the discount store.

Poundland has launched a probe. A spokesman said: "Poundland does not tolerate child labour and will not work with companies that employ children.

"If Trishulin Overseas is found to have breached our moral and ethical standards Poundland will review its relationship with the company and its products won't be sold in any Poundland store."

Reporter Nicola Smith, who was tipped off by a children's charity, said the kids also slept at the factory. She said: "Ravi was by far the smallest and his pale face bore marks that indicated this was not a healthy child."

Trishulin Overseas said it did not know kids were making its goods and promised to end its relationship with the manufacturer. Around 50,000 kids are said to work illegally in Delhi.



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mercoledì 7 luglio 2010

Il tema di Suthida

Suthida è una ragazzina thailandese, da anni residente in Italia. Questo è il tema che ha scritto per l'esame di terza media

Tema: Sicuramente ti sei soffermato, nel corso dell´anno, a riflettere sul fatto che l´umanità è travagliata da grandi problemi quali la guerra, la povertà, la droga, il razzismo, l´inquinamento, l´emigrazione, … Soffermati su una di queste problematiche, esponi le tue conoscenze, motiva il tuo interesse ed esprimi le tue idee in proposito
L´argomento "emigrazione" lo conosco abbastanza bene perché io stessa sono un´emigrata. Siamo emigrati quando avevo sette anni e a quel tempo non sapevo il perché. Adesso che ho quasi quattordici anni l´ho capito da sola: siamo emigrati dalla Thailandia perché mia mamma voleva una vita migliore per me e mia sorella. Credo che siamo state fortunate perché ne avevamo la possibilità, mentre altre persone non ce l´avevano. Quello che è capitato in Thailandia fino a pochi giorni fa è stato orribile ed è successo vicinissimo alla casa dove abitavamo, quindi devo solo ringraziare mia mamma per averci portate via da lì. Quando ero in Thailandia, per quello che mi ricordo, ero sporca e disordinata, così come la nostra vecchia casa. Stavo sempre fuori a giocare nelle pozzanghere quando pioveva e insieme alla mia banda facevamo scherzi alla gente. Mi ricordo che una volta mia sorella e mia cugina di quattordici anni, che era già incinta, mi costrinsero a non andare a scuola e ad andare al parco giochi con loro. Ecco com´era la mia vita prima di prendere l´aereo per la prima volta e venire qui, in un posto molto diverso da quello dal quale sono venuta. Vi racconto tutto questo per farvi sapere il perché certe persone emigrano, il perché scelgano il vostro Paese: perché il vostro è migliore del nostro. Certo, anche qui ci saranno cose brutte, perché i mali ci sono dappertutto, ma da noi è peggio. Invece di lamentarvi, siate orgogliosi di sapere che abbiamo scelto il vostro Paese perché è migliore, siate generosi ad accoglierci con un po´ di allegria, siate misericordiosi ed aiutateci a vivere con normalità nel vostro paese, siate pazienti ed insegnateci la vostra lingua, cultura e le vostre tradizioni, siate curiosi di conoscerci meglio, ma soprattutto siate coraggiosi di ammettere che gli stranieri vi sono d´aiuto, vi servono e vi arricchiscono giorno dopo giorno. Allora perché mi domando io, perché non volete farci diventare uno di voi, perché non aprite gli occhi e vedete che uno straniero che lavora ogni santo giorno meriti più di ogni altro italiano di diventarlo anche lui? Dovete smetterla di essere così razzisti ed egoisti. Pensate a quanta nuova gente potrete conoscere, pensate a due innamorati che devono stare lontani solo perché lui o lei è straniero e non ha il permesso di soggiorno! Che cos´è l´emigrazione? Lasciare il proprio paese d´origine per trasferirsi altrove, così dice il dizionario. Secondo me non è solo questo. L´emigrazione è una bella cosa. È un modo per conoscere nuova gente, nuovi posti, lingue e tradizioni. Chissà di quante persone potrete innamorarvi, pensate ai vostri figli quante opportunità potrebbero avere conoscendo nuove esperienze e nuovi amici. Sì, l´emigrazione è proprio una bella cosa!

giovedì 17 giugno 2010

La gita più bella






Finalmente è arrivato. Un altro piccolo grande successo nel tentativo di migliorare la vita dei bambini. Di tutti. Anche di coloro che non hanno ancora incontrato la famiglia e che aspettano in un istituto.
Da oggi, grazie all'acquisto di un pulmino, i bimbi di Shristi Nepal potranno essere accompagnati a scuola, a fare visite mediche e, perchè no, gite all'aria aperta.
Questa è la prima. Carica di entusiasmo dei bambini. La gita più bella.
Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato.



giovedì 10 giugno 2010

I bambini di Bombay


(Fonte L'Espresso)

Le questioni riguardanti i bambini devono essere considerate attinenti ai diritti umani, non alla beneficenza. Non è la nostra generosità che riconosce ai bambini questi diritti fondamentali. Insomma, non siamo dei filantropi quando diamo da mangiare a un bambino affamato per strada. Agiamo egoisticamente; facciamo un investimento: nel nostro futuro, nel futuro della razza umana. Il 40 per cento degli indiani è al di sotto dei 18 anni. Si tratta di 400 milioni di bambini, la più vasta popolazione infantile di tutto il mondo. È una generazione del dopo-indipendenza, che si attende qualcosa di meglio di quello che hanno avuto i genitori. Se non la otterranno, si arrabbieranno. E non c'è famiglia, o Paese, che possa resistere alla rabbia dei suoi giovani. Esploderebbe.


lunedì 24 maggio 2010

La festa dei colori

E' stato bello ritrovarsi. Ridere, discutere e interrogarsi.
I vecchi amici e quelli nuovi.
Una festa di colori.
Centosettanta persone che condividono un sogno.
Grazie perché, ancora una volta, ci siete stati!

domenica 16 maggio 2010

Che Bello!

Si è conclusa Manifesta 2010, la rassegna del Sociale nella Provincia di Lecco.
Lo stand di Mehala ha vinto il quarto premio (su centoquaranta organizzazioni presenti) per messaggio e immagine trasmessa.
Questo è l'allestimento dello stand che è stato costantemente vivacizzato dalla musica dei bambini alle prese con il laboratorio di percussioni.
Grazie di cuore a Paolo e Cristina per il messaggio e la grafica, a Rita per l'idea e il coordinamento dei lavori, a Sabrina, Annamaria, Roberto e Fiorenzo per l'allestimento, alla CSC di Sesto S. Giovanni per averci fornito gratuitamente il materiale per la pavimentazione e il controsoffitto, alla CGC di Cassano D'Adda per la stampa gratuita del fondale. A Manuela, Alma e Paola per il presidio dello stand.
Bello il lavoro di squadra. Per i bambini. Che contengono sogni, emozioni, diritti.

domenica 9 maggio 2010

La mamma? Un fiore.

Sono tante le mamme che hanno ricevuto fiori nella festa a loro dedicata.
I nostri erano a sostegno di Casa Amica, una realtà operante nel sociale che sta attraversando un periodo diffcile.
Molti i bimbi o i papà che hanno pensato di dare un significato speciale al loro gesto. A loro e a tutti i volontari che hanno confezionato le piante e presidiato il nostro stand va il nostro sincero grazie.
L'iniziativa Un Fiore per la nostra Casa, tra sabato 8 e domenica 9 maggio, ha permesso di raccogliere oltre settecento euro.
"Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso" - Madre Teresa di Calcutta

mercoledì 28 aprile 2010

Non si rifiuta un bimbo di colore

La procura generale presso la Corte di Cassazione ha chiesto ai giudici delle sezioni uniti di pronunciarsi contro la possibilità - ora concessa alle coppie - di rifiutare bambini di colore. La tesi da cui parte quella che è l'accusa presso la Suprema Corte (il cui pronunciamento avrà valore di legge) è che le coppie intenzionate a chiedere in adozione uno o più bambini non possono dirsi indisponibili a ricevere bimbi di pelle nera o di etnia non europea. In quanto questa possibilità oltre a violare la nostra Costituzione - che tutela il principio di eguaglianza tra le persone - le adozioni internazionali che escludono i bambini di colore violano anche numerosi trattati internazionali ai quali l'Italia ha aderito.
Sacrosanto. Purché si vada fino in fondo.
L'auspicio, infatti, è che il pronunciamento dei giudici - atteso entro un paio di settimane - non lasci spazio a dubbi. Guai, infatti, se si decidesse di vietare la possibilità di scelta ma, per contro, si decidesse comunque di dichiarare la coppia idonea, con il rischio che quei genitori possano essere abbinati a un bimbo che non sentiranno mai loro figlio. Il bene del bambino prima di tutto: nessuna forzatura. Nessuna zona d'ombra. Quando e se - e sarebbe una fantastica scelta di civiltà - i giudici della Cassazione dovessero accogliere l'istanza della procura generale dovranno essere chiari e categorici: senza una disponibilità piena, condivisa, senza incertezze e soprattutto non di facciata non possono esistere deroghe riguardo il riconoscimento del decreto di idoneità.

venerdì 23 aprile 2010

C'è questo...

C'è una donna, di origini etiopi, rimasta sola con le sue tre figlie a Milano.
Il marito è all'estero, in cerca di lavoro, da diversi mesi non manda più soldi a casa.
C'è una mamma disperata, non riesce a pagare le bollette e ha paura per il futuro incerto. Vorrebbe trovare un lavoro per avere la possibilità di occuparsi delle figlie.
Poi c'è la solitudine. Ma noi ci sforziamo a pensare che questa donna non rimarrà sola nella sua disperazione.
- la signora abita in zona San Siro a Milano.
- non ha la macchina
- è disponibile a fare pulizie, stirare ecc.
- conosce italiano e inglese
- cerca un lavoro part-time

Cinzia, socia di Mehala, garantisce in quanto a serietà e affidabilità di questa persona.
Grazie a chi ci potrà dare una mano per uscire dal silenzio. Per non sentirsi soli.

Informazioni e proposte: Cinzia - info@mehala.org

giovedì 15 aprile 2010

Il buon senso a favore dell’infanzia

E’ stata recapitata al Comune di Adro, in provincia di Brescia, e ripresa dalla stampa nazionale e dai social network in rete la lettera scritta da un anonimo cittadino per motivare la propria decisione di saldare le morosità di alcuni genitori nei confronti della mensa scolastica comunale.

Un gesto che fa discutere; vuoi per il significato a favore dell’infanzia, vuoi perché risolve anzitempo un’impasse amministrativa dagli esiti poco scontati e vuoi perché la lettera apre uno spaccato critico sul senso di uguaglianza tra cittadini immigrati e nativi nei confronti di diritti e doveri. Ma c’è un altro “vuoi”: è la semplicità con cui l’anonimo cittadino riafferma il ruolo dei bambini.

Al di là delle perturbazioni politiche e sociali sorte ad Adro in seguito alla decisione del Comune di sospendere il servizio mensa per 42 bambini, Mehala Child & Family ti invita a leggere “Io non ci sto”, una lucida testimonianza che ricorda il delicato confine tra contingenze amministrative e infanzia.

Clicca qui per leggere “Io non ci sto”

lunedì 12 aprile 2010

Rachel, 13 mesi... morta

Rachel Odiase aveva 13 mesi, un sorriso luminoso, ma la tessera sanitaria scaduta. Così, quando i genitori l'hanno portata in ospedale perché stava male, la burocrate risposta è stata: non possiamo. Poche ore dopo Rachel è morta. Ora il padre, un operaio nigeriano di Carugate che aveva perso il lavoro poche settimane prima, racconta il suo dramma, l'odissea di una storia oltre i limiti dell'incredibile. La procura ha aperto un'inchiesta sull'accaduto e la speranza è che, se le parole del papà di Rachel verranno confermate, le persone responsabili della sua morte vengano inchiodate alle loro responsabilità. Ma ancor prima la storia di Rachel dovrebbe far riflettere chi ha tirato e continua a tirare la corda di una inaccettabile classificazione in razze, ceto sociale, terra di origine le cui prime vittime sono - come sempre - i bambini.

venerdì 2 aprile 2010

AAA – VOLONTARI PRIMAVERILI CERCASI




Cerchiamo volontari motivati e volenterosi disposti a offrire un pezzettino del loro prezioso tempo per iniziative a sostegno dei nostri progetti. Di seguito alcuni ambiti di intervento in cui si specifica data, ora, luogo, tipologia di iniziativa, mansione richiesta, nominativo del responsabile dell’iniziativa.

Da martedì 6 aprile:
Disponibili in sede biglietti del Concerto benefico “You will never walk alone” – Teatro Sociale di Como (23 aprile 2010)
Mansione Richiesta: diffusione notizia e vendita dei biglietti
Riferimento: Olivia

Da lunedì 12 aprile:
Disponibili in sede biglietti della lotteria legata alla “Partita da non perdere”. L’estrazione avverrà a Correzzana il 2/06
Mansione Richiesta: vendita dei biglietti (blocchetti da 20 biglietti a Euro 1/cad.)
Riferimento: Michele

Sabato 8 e domenica 9 maggio:
dalle 10 alle 18 – Piazza Prinetti Merate (LC) – Mehala per Casa Amica – banchetto vendita fiori a sostegno del progetto Aiutiamo Casa Amica
Mansioni Richieste: presidio banchetto di raccolta fondi
Riferimento: Sarah

Venerdì 14- sabato 15- Domenica 16 maggio:
dalle 10 alle 23 – Fiera di Osnago (LC) – Manifesta 2010
Mansioni richieste: presidio banchetto di raccolta fondi e distribuzione materiale informativo
Riferimento: Rita

Domenica 16 maggio
dalle 10 alle 17 – Piazza Salvatore Allende Cusano Milanino (MI)
I Bambini contano – vendita di giochi usati per i nostri progetti di cooperazione
Mansioni richieste: presidio banchetto e distribuzione materiale
Riferimento: Giusi

Mercoledì 2 giugno
dalle 14 alle 20 – Campo Sportivo Correzzana (MB)
Partita da non perdere
Mansioni richieste: presidio banchetto e vendita biglietti prima dell’estrazione
Riferimento: Michele


Anche un biglietto venduto o un’ora del tuo tempo per noi sarà preziosa. Se vuoi dare la tua disponibilità invia una mail a info@mehala.org riferendoti al riferimento per l’iniziativa alla quale vuoi collaborare.
Grazie in anticipo.


mercoledì 31 marzo 2010

L'insostenibile leggerezza della parola

Negli ultimi giorni la Coldiretti ha lanciato una campagna di adozioni (proprio così: adozioni) di mucche, maiali, campi concimati... Lungi da noi il desiderio di essere degli estremisti della parola, ma a volte si ha la sensazione che taluni termini vengano utilizzati con leggerezza, se non proprio impropriamente. Abbiamo cercato sul "Devoto Oli" il significato di "adozione". Riportiamo: "Istituto giuridico che permette di formarsi una filiazione civile, cioè fondata su un consenso e una disciplina legale... Adozione a distanza: quella che consente di provvedere al mantenimento e all'educazione di un minore nel suo paese d'origine... estens. Scelta: l'adozione dei libri di testo; elezione: patria di adozione; attuazione: l'adozione di un provvedimento"... Nulla si dice di mucche, maiali e campi. Allora abbiamo guardato anche il verbo "adottare" e abbiamo letto: "1. Prendere come proprio il figlio d'altri mediante l'atto legale dell'adozione. 2. Far proprio, accogliere come proprio"... Anche qui mancano mucche, maiali e pure cani (a dire il vero). Insomma, diciamolo: dare una notizia con un titolo del tipo "aumentano le adozioni di mucche e di maiali" o lanciare iniziative battezzandole come "adotta un maiale" non necessariamente è un modo per utilizzare la parola in modo corretto. Altrimenti, se proprio si vuol giocare sugli equivoci, allora facciamolo a 360 gradi. Ad esempio: "Ho appena avuto un figlio!! E' rosa e vive nella porcilaia"... o ancora: "Mio figlio? Ha preso tutto da me: mangia solo erba e rumina per ore ed ore"... si scherza, chiaro. Ma neppure troppo...

martedì 23 marzo 2010

Ciao Paola


Se n'è andato un pezzo di Mehala. Paola sorrideva e sapeva arrabbiarsi. Ha amato e ama i suoi figli sopra ogni altra cosa. Ha combattuto contro una malattia ingiusta alla quale ha dovuto arrendersi. Ciao Paola, ti ricordiamo con un sorriso ma non riusciamo a trattenere le lacrime.

venerdì 12 marzo 2010

Prima i bambini

Un immigrato senza permesso di soggiorno va cacciato dall'Italia anche se il figlio frequenta la scuola. Con questa sentenza, la corte di Cassazione da un lato dimostra l'iniquità e la crudeltà di una legge sull'immigrazione che viola i più elementari diritti dell'Uomo, dall'altro rischia di negare ai figli dei clandestini - che potrebbero guardarsi bene dall'esporsi al rischio del carcere e dell'espulsione iscrivendo i propri figli a scuola - un diritto inviolabile del fanciullo: quello all'istruzione.
Oggi il vicedirettore de La Stampa, Massimo Gramellini, dedica il suo "buongiorno" proprio a questo tema, con un intervento di rara umanità che noi dell'associazione Mehala ci sentiamo di sposare nella sua interezza.

I bambini vengono prima
di Massimo Gramellini
La Corte di Cassazione ha stabilito che un clandestino non può restare in Italia solo perché suo figlio frequenta la scuola. La tutela delle frontiere deve prevalere sul diritto del minore allo studio. Che dire? Comprendiamo tutto. L’applicazione rigorosa della legge e anche le reazioni di giubilo che si leggono sui blog: l’augurio è che i giubilanti siano altrettanto implacabili quando si discute di reati contro il patrimonio o di evasione fiscale. Però la comprensione si arresta davanti alla realtà della vita che, a differenza della legge, è fatta di carne. In questo caso della carne di un bambino. Il quale uscirà devastato da un’esperienza del genere, si sentirà assaggiato e sputato come una caramella guasta, quando in fondo la sua iscrizione a scuola era la prova migliore della volontà di integrarlo nella nostra comunità.

Anche ammesso che la maggioranza dei clandestini siano così spietati da venire in Italia con un bimbo in età scolare solo per turlupinarci (ma ne avete parlato con la badante di vostra madre?), rimane il fatto incontrovertibile che quel bambino è un bambino. E che i diritti dell’infanzia, in una società che voglia distinguersi da un agglomerato di selvaggi, dovrebbero ancora significare qualcosa. E’ un pensiero buonista? No, è un pensiero umano. E mi rifiuto di credere che questi tempi spaventati ci abbiamo reso così insensibili da non cogliere la differenza. Da non capire più la semplice verità inculcata da generazioni di educatori: i bambini vengono prima.

lunedì 1 marzo 2010

Adozioni in Nepal: tra coerenza e interesse


Talvolta, durante il cammino, è necessario fare delle scelte. Scelte di coerenza, scelte etiche e, talvolta, scelte difficili. Mehala è autorizzata dalla Commisisone per le Adozioni Internazionali a operare in Nepal: il passaggio successivo sarebbe la richiesta di accreditamento all'Autorità Centrale Nepalese.
Le modalità di accreditamento e il funzionamento delle procedure adottive ci appare tuttavia poco chiaro e non sufficientemente trasparente.
Alcuni stati stanno richiedendo a gran voce di sospendere le adozioni dal Nepal.
E' il momento delle scelte. Questa è la nostra: Mehala intende comprendere l’impegno, da parte del Governo nepalese, a rispettare concretamente i principi sanciti dalla Convenzione de L’Aja. Solamente una volta ricevute determinate rassicurazioni a tal proposito, valuterà l’opportunità di riprendere la procedura di accreditamento in Nepal.

giovedì 11 febbraio 2010

Adoption Caffè - La famiglia in Giallo

Continua l'Adoption Caffé a Como, presso la Sede del quotidiano "L'Ordine" - via Rovelli, 4. Questa sera (11 febbraio ore 21) si parlerà di adozione e legami familiari connotati da mistero e noir d'autore.
Adoption Caffè offre un'occasione informale per parlare di adozione; durante la serata verrà offerto digestivo e biscotti "in giallo".

giovedì 4 febbraio 2010

L'immagine di un bimbo cinese di circa due anni, legato con una catena e un lucchetto a un albero, nelle strade di Pechino, sta facendo il giro del mondo. Il piccolo è figlio di un guidatore di risciò senza licenza e di una madre disabile che raccoglie rifiuti in giro per la città. I genitori hanno raccontato alle autorità che, incatenare il bimbo, è l'unico modo per non perderne le tracce: nessuno dei due si può prendere cura del bambino e il mese scorso - ha raccontato il padre - hanno già perso una figlia di quattro anni, "rubata" da sconosciuti. L'uomo è un immigrato giunto da un'altra provincia, guadagna troppo poco per permettersi un nido; sostiene di aver rifiutato "tantissimo denaro" per dare il figlio in adozione.
Ma anche questa non è adozione.

lunedì 18 gennaio 2010

HAITI. Occhio ai proclami.


Come spesso accade di fronte alle molte immagini del dramma che si sta consumando ad Haiti la pena maggiore è nei confronti dei bambini. Soli. Piangenti e persi per le strade di un paese devastato dal terremoto. Si avvia allora il tam tam dei proclami: "Acceleriamo le pratiche di adozione!" Gridano molti media. Ma l'adozione non è una pratica di emergenza. Ad Haiti oggi regna il caos, la confusione. Un bambino che si perde per la strada NON è un bambinio che deve andare in adozione.
Aiutiamo Haiti, aiutiamo la sua popolazione che è in ginocchio. Aiutiamo le istituzioni e le ONG locali a favorire il ricongiungimento familiare. Ma non ascoltiamo i proclami sulle adozioni lampo. Quelle non sono adozioni. Sono atti di sciacallaggio.

domenica 10 gennaio 2010

Quel purosangue di mio figlio

Donna: signore, signore, aspetti, si fermi per favore...

Uomo a passeggio con la figlia adottiva (nata in India): non corra così, signora, non vede che il bambino non riesce a tenere il passo…., ha bisogno di qualcosa?

Donna: sì, sì, si fermi per favore…volevo far vedere al mio bambino la negretta….

Uomo: eccola, eccola qui signora, sa, se le dà una banana batte anche le mani….così il bambino sarà ancora più contento!!

Quante volte a noi genitori adottivi è toccato lo spiacevole compito di consolare l'ignoranza di chi continua a credere che adottare non voglia dire avere un figlio? Di queste e altri episodi chiacchiereremo, ovviamente col sorriso sulle labbra, giovedì prossimo dalle ore 21 in via Rovelli 4, nel centro storico di Como, presso la sede del quotidiano L'Ordine, nell'ambito degli incontri del nostro Adoption Caffè. Se avrete voglia di venire, per voi anche un ottimo caffè servito con la cerimonia del caffè etiope.