• Fai attenzione alle parole, alle etichette, alle barzellette o alle battute poco rispettose: i bambini imparano tutto, si sa. Il tuo modo di parlare si traduce nel modo di pensare di tuo figlio.
• Trasmetti a tuo figlio la memoria, quella di un passato non lontano, quando dall’Italia si partiva per migrare in paesi poco accoglienti.
• Organizzati con altri genitori e chiedi agli insegnanti di tuo figlio di organizzare percorsi e laboratori sul tema della pace e della multiculturalità: molte associazioni e organizzazioni propongono con competenza progetti rivolti alle scuole.
• Se in classe di tuo figlio è iscritto un bambino immigrato anziché preoccuparti che il livello della classe diventi più scadente, invitalo a pranzo e regala a tuo figlio l’esperienza di arricchimento che ogni incontro racchiude.
• Non parlare sempre di cittadini extracomunitari per sottolinearne il disagio o la marginalità: leggi con tuo figlio fiabe e storie di altri paesi, ascoltate insieme musiche, filastrocche e ninnananne di altri paesi, partecipate alle feste multietniche, assaggia e proponi a tuo figlio altri sapori, altri odori, ricette di altre parti del mondo.
• Sollecita la curiosità e la riflessione sui temi della multiculturalità: esistono molti libri di fiabe e racconti rivolti a tutte le età, anche della prima infanzia, che aiutano a farlo con i propri figli.
• Se tuo figlio è grandicello (solo tu puoi stabilire quando è giunto il momento) leggi il giornale con lui e soffermati su questi temi. Aiutalo a capire, accompagnalo a formare il proprio pensiero, libero dagli schemi e dai luoghi comuni.
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