giovedì 13 gennaio 2011

Gli Orfani di Carta


Il Nepal a partire dal 5 gennaio 2011 ha sospeso le adozioni dei minori trovati per strada.
Una presa di posizione importante, volta a limitare il traffico illegale di minori.
Secondo stime attendibili a Kathmandu attualmente ci sono circa 2.000 “bambini di strada” costretti a lavorare per poche rupie come camerieri o lavapiatti nei ristoranti e nei bhatti (tea shop). Molti sono costretti a portare in giro tazze di tè, a lavorare in cantieri spostando mattoni e cemento, oppure a lavorare come parcheggiatori. Tutti con salari insufficienti per pagarsi una stanza e quindi costretti a vivere sotto le pagode dei templi o negli androni dei negozi. Qui si riuniscono con le bande dei mendicanti, dei raccoglitori di metallo e plastica che non trovano un lavoro e sopravvivono. Quando serve vanno a mangiare, più raramente a dormire, nelle centinaia di istituti che dovrebbero ospitarli.
Nell’ultimo anno si era creato un nuovo e redditizio traffico illegale: la polizia portava i bambini di strada negli orfanotrofi e da lì erano poi pronti per essere adottati in occidente. Una situazione grave che ha portato il governo nepalese ad intervenire vietando l’adozione internazionale per i minori in questa condizione.
Molti bambini di strada hanno infatti una famiglia (spesso disgregata dalla migrazione) e giungono a Kathmandu dai villaggi in cerca di qualche scampolo di fortuna. Magari i genitori li cercano, come in molti casi è emerso.
L’impegno del governo nepalese, con l’introduzione di questa nuova normativa in materia di adozione internazionale, ha come obiettivo evitare il ripetersi di casi in cui minori sono stati inviati all’estero senza una reale verifica della loro situazione.