martedì 18 novembre 2008

adozioNews

La rassegna stampa di Mehala

Chi rapisce i bambini
(fonte: Alessandro Gilioli - L'espresso)

Una ricerca della Fondazione Migrantes ha stabilito che non solo i nomadi non rapiscono i bambini - diceria medievale, roba da Rodolfo il Glabro - ma che il problema è semmai nelle adozioni troppo facili dei bimbi rom, sottratti alle loro famiglie e spediti prima in un istituto poi da genitori adottivi italiani.

E’ singolare come questa ricerca sia stata resa nota pochi giorni dopo una notizia che secondo me avrebbe meritato spazio, commenti e inchieste in quantità assai maggiore di quanto è avvenuto: quella della “fabbrica di bambini” da vendere all’Occidente scoperta in Nigeria la settimana scorsa.

La questione di un Occidente ricco e sterile che importa bimbi acquistandoli da un Terzo Mondo povero e fertile è uno dei grandi scandali della contemporaneità, di cui è effetto collaterale.

Eppure interessa poco e poco è trattato dai media, fondamentalmente per l’ipocrita sottofondo culturale secondo cui «comunque quei bambini vivono meglio da noi» - questa sì che è una frase razzista, assai più che Obama abbronzato.

Qualche tempo fa mi sono imbattuto per caso nel traffico dei bambini dal Nepal all’Europa, scrivendone anche su questo blog e su L’espresso cartaceo. Ma nessuna istituzione qui in Italia - secondo paese importatore di bambini nepalesi - ha mosso un dito per verificare e controllare, nemmeno il ministero della famiglia che ne avrebbe il compito per legge.

Quello del Nepal, del resto, è solo uno dei tanti traffici di bambini a scopo di adozione: dalla Moldavia alla Romania, dal Brasile al Guatemala il mercato cresce geometricamente.

Altro che zingari, cacchio.

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