martedì 4 novembre 2008

adozioNews

La rassegna stampa di Mehala

Cassazione, bimbo in adozione anche se la zia vuole occuparsene

fonte: ilvelino.it

Roma, 4 nov (Velino) - Per fermare l’adozione di un bambino non basta che la zia si dichiari pronta a prendere il posto della madre. La Cassazione spiega che “lo stato di abbandono non può essere escluso” dalla “disponibilità astratta” di un parente che, invece, va accertata “in concreto”. In particolare il giudice, nonostante “i buoni propositi” del familiare, deve verificare che questa disponibilità non sia “velleitaria e inattuabile”. Per dirla con un vecchio detto popolare: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Con questa motivazione i giudici della prima sezione civile della Suprema Corte, con la sentenza 40594, hanno annullato con rinvio la decisione della Corte d’appello di Palermo che, ribaltando il provvedimento del tribunale per i minorenni, aveva revocato la dichiarazione di adottabilità di un bimbo orfano di padre la cui madre soffre di gravi problemi psichiatrici. Secondo i giudici d’appello la disponibilità offerta dalla zia del bambino era sufficiente per revocare lo stato di adottabilità.
Contro questa decisione ha presentato ricorso il curatore speciale del minore, sottolineando che il tribunale aveva anzitutto escluso la possibilita di un affidamento ai nonni materni, in quanto a loro volta avevano un difficile rapporto con la figlia. In secondo luogo i giudici di primo grado avevano rilevato che la disponibilità della zia era arrivata dopo mille ripensamenti, e che lei stessa aveva una situazione familiare complessa dal momento che il marito, imbarcato come marittimo, si assentava per lunghi periodi.
La Cassazione ha accolto il ricorso del curatore, giudicando “insufficiente” la motivazione dei giudici d’appello e ordinando che valutino nuovamente la vicenda tenendo conto della “concreta possibilità” della zia di occuparsi del bambino.

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