lunedì 28 marzo 2011

Quasi un sogno?

“ Siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni; nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra intera vita.” - William Shakespeare Sabato 9 aprile Mehala Onlus organizza a Como un concerto a favore del Burkina Faso il cui titolo “ALMOST A LULLABY… QUASI UN SOGNO” , esprime in modo molto chiaro il contenuto delle musiche e dei brani recitati che daranno vita alla serata. Tutte le fasi della nostra vita sono costellate di sogni ; sognano i bambini, gli adolescenti, gli adulti e gli anziani, e ciò che maggiormente riempie il cuore di tenerezza è scoprire che al termine della vita si riesce a recuperare i sogni del bambino o bambina che si è stati, come se, idealmente, il ciclo della vita si chiudesse , ricongiungendo l’ultima fase alla prima. Chi tenacemente si aggrappa ad una visione romantica della vita, immagina che i sogni dei bambini siano simili a ninne nanne….la trasparenza dello sguardo con cui osservano il mondo, lo stupore con il quale accolgono le novità, l’assoluta mancanza di pregiudizi con la quale affrontano le relazioni tra esseri umani, mi hanno sempre fatto pensare che i sogni dei bambini non possono che essere belli, rassicuranti, colorati e sonori. Ma ieri, mentre il notiziario televisivo mi trasmetteva le immagini del neonato etiope venuto al mondo su una “carretta dei mari”, circondato da disperati più prossimi alla morte che ad una vita dignitosa, nudo, con la sola protezione di due braccia materne che lo racchiudevano quasi interamente….mi sono chiesta se i sogni di quel bimbo saranno mai anche solo vagamente simili ad una ninna nanna. Quale sarà la sua sorte? In fuga dalla povertà prima ancora di venire al mondo, uscito da un ventre che non ha una patria, un luogo sicuro in cui stare; vissuto come un “problema” da chiunque lo avvicini; con il marchio dell’indesiderato impresso a fuoco sul petto; costretto a vivere nella promiscuità di chi elemosina uno status sociale; magari sempre in cammino su passerelle oscillanti tra Paesi inospitali. I suoi genitori un sogno l’hanno avuto..altrimenti non sarebbero saliti, soprattutto la madre incinta di nove mesi, su quell’imbarcazione con destinazione l’ignoto. L’hanno inseguito, perseguito e adesso sperano di averlo raggiunto quel sogno….ma per lui ce ne saranno altri di sogni? Ci saranno musiche dolci e nenie cantate da labbra che amano? O il suo destino sarà raccogliere l’eredità di un sogno che non si realizza e che distrugge dignità, speranze , appartenenza e affetti? Il nome che i suoi genitori hanno scelto per lui , tradotto dall’amarico, significa “Voluto da Dio”. Benvenuto tra noi uomini, Voluto da Dio. E che siano capaci gli uomini di volerti e di amarti…e di farti sognare quella dignità che meriti.

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