mercoledì 2 marzo 2011

Il buio oltre la siepe

Yara Gambirasio è una bambina di 13 anni alla quale è stata negata la possibilità di affrontare quel tumultuoso periodo della vita chiamato “adolescenza”, che, spalancando la porta sul mondo adulto, da l’avvio ad un intenso, articolato e complesso lavoro di costruzione di se da parte di coloro che, fino a ieri, erano bambini e improvvisamente non lo sono più. E il dolore dei genitori di Yara non può non coinvolgere in modo estremamente empatico tutti noi che abbiamo figli e nipoti e sappiamo quale ardua battaglia si compie quotidianamente tra l’istinto alla totale protezione dei nostri cuccioli e la razionale consapevolezza che, per favorire la loro crescita e la loro autonomia, dobbiamo lasciarli andare. Quante volte la mamma di Yara si porrà la domanda : “e se non l’avessi mandata da sola a restituire alle compagne quel registratore?”
Quante volte desidererà di poter caricare all’indietro l’orologio del tempo e tornare a tre mesi fa per ridisegnare quella giornata in cui la figlia è uscita di casa per non tornarvi mai più?
E quante volte anche noi, insieme a lei, saremo tentati di rinchiudere i nostri figli nella nicchia protetta di una casa nella quale pensiamo che il male non possa mai entrare; di accompagnarli per sempre, tenendoli per mano e scrutando con occhi vigili i pericoli che li circondano; di vivere al loro posto per garantire loro la totale immunità da qualunque forma di sofferenza?
La drammatica vicenda di Yara ci offre, nella sua tragicità, la possibilità di spunti di riflessione sul nostro ruolo al fianco dei figli e dei nipoti adolescenti. Un ruolo che non deve mai venir meno in termini di presenza, dialogo, riferimento…ma che richiede la nostra capacità di non “tarpare le ali”, “ negare la libertà”, “ sostituirsi a loro”, anche se in buona fede, anche se per proteggere. La paura di vivere non può essere il deterrente che allontana dai rischi che tutti noi corriamo e dalle vicende dolorose che tutti noi dobbiamo affrontare.
La storia di Yara, raccontata ai nostri figli e nipoti li deve aiutare a divenire consapevoli , probabilmente più prudenti, attenti, capaci di gestire le loro relazioni e i loro rapporti interpersonali.
Non deve insegnare loro la paura, la diffidenza nei confronti dell’altro da sé, l’ansia nell’affrontare le responsabilità della crescita…..Nella società in cui vivono e vivranno ci sono, è vero, gli orchi dai quali è giusto sappiano difendersi, ma c’è anche l’amore, la solidarietà, l’amicizia, la condivisione e la gioia . Se non insegnassimo loro tutto questo….la vita sarebbe ben poca cosa.
Olivia

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