La procura generale presso la Corte di Cassazione ha chiesto ai giudici delle sezioni uniti di pronunciarsi contro la possibilità - ora concessa alle coppie - di rifiutare bambini di colore. La tesi da cui parte quella che è l'accusa presso la Suprema Corte (il cui pronunciamento avrà valore di legge) è che le coppie intenzionate a chiedere in adozione uno o più bambini non possono dirsi indisponibili a ricevere bimbi di pelle nera o di etnia non europea. In quanto questa possibilità oltre a violare la nostra Costituzione - che tutela il principio di eguaglianza tra le persone - le adozioni internazionali che escludono i bambini di colore violano anche numerosi trattati internazionali ai quali l'Italia ha aderito.
Sacrosanto. Purché si vada fino in fondo.
L'auspicio, infatti, è che il pronunciamento dei giudici - atteso entro un paio di settimane - non lasci spazio a dubbi. Guai, infatti, se si decidesse di vietare la possibilità di scelta ma, per contro, si decidesse comunque di dichiarare la coppia idonea, con il rischio che quei genitori possano essere abbinati a un bimbo che non sentiranno mai loro figlio. Il bene del bambino prima di tutto: nessuna forzatura. Nessuna zona d'ombra. Quando e se - e sarebbe una fantastica scelta di civiltà - i giudici della Cassazione dovessero accogliere l'istanza della procura generale dovranno essere chiari e categorici: senza una disponibilità piena, condivisa, senza incertezze e soprattutto non di facciata non possono esistere deroghe riguardo il riconoscimento del decreto di idoneità.
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