Negli ultimi giorni la Coldiretti ha lanciato una campagna di adozioni (proprio così: adozioni) di mucche, maiali, campi concimati... Lungi da noi il desiderio di essere degli estremisti della parola, ma a volte si ha la sensazione che taluni termini vengano utilizzati con leggerezza, se non proprio impropriamente. Abbiamo cercato sul "Devoto Oli" il significato di "adozione". Riportiamo: "Istituto giuridico che permette di formarsi una filiazione civile, cioè fondata su un consenso e una disciplina legale... Adozione a distanza: quella che consente di provvedere al mantenimento e all'educazione di un minore nel suo paese d'origine... estens. Scelta: l'adozione dei libri di testo; elezione: patria di adozione; attuazione: l'adozione di un provvedimento"... Nulla si dice di mucche, maiali e campi. Allora abbiamo guardato anche il verbo "adottare" e abbiamo letto: "1. Prendere come proprio il figlio d'altri mediante l'atto legale dell'adozione. 2. Far proprio, accogliere come proprio"... Anche qui mancano mucche, maiali e pure cani (a dire il vero). Insomma, diciamolo: dare una notizia con un titolo del tipo "aumentano le adozioni di mucche e di maiali" o lanciare iniziative battezzandole come "adotta un maiale" non necessariamente è un modo per utilizzare la parola in modo corretto. Altrimenti, se proprio si vuol giocare sugli equivoci, allora facciamolo a 360 gradi. Ad esempio: "Ho appena avuto un figlio!! E' rosa e vive nella porcilaia"... o ancora: "Mio figlio? Ha preso tutto da me: mangia solo erba e rumina per ore ed ore"... si scherza, chiaro. Ma neppure troppo...
mercoledì 31 marzo 2010
L'insostenibile leggerezza della parola
Negli ultimi giorni la Coldiretti ha lanciato una campagna di adozioni (proprio così: adozioni) di mucche, maiali, campi concimati... Lungi da noi il desiderio di essere degli estremisti della parola, ma a volte si ha la sensazione che taluni termini vengano utilizzati con leggerezza, se non proprio impropriamente. Abbiamo cercato sul "Devoto Oli" il significato di "adozione". Riportiamo: "Istituto giuridico che permette di formarsi una filiazione civile, cioè fondata su un consenso e una disciplina legale... Adozione a distanza: quella che consente di provvedere al mantenimento e all'educazione di un minore nel suo paese d'origine... estens. Scelta: l'adozione dei libri di testo; elezione: patria di adozione; attuazione: l'adozione di un provvedimento"... Nulla si dice di mucche, maiali e campi. Allora abbiamo guardato anche il verbo "adottare" e abbiamo letto: "1. Prendere come proprio il figlio d'altri mediante l'atto legale dell'adozione. 2. Far proprio, accogliere come proprio"... Anche qui mancano mucche, maiali e pure cani (a dire il vero). Insomma, diciamolo: dare una notizia con un titolo del tipo "aumentano le adozioni di mucche e di maiali" o lanciare iniziative battezzandole come "adotta un maiale" non necessariamente è un modo per utilizzare la parola in modo corretto. Altrimenti, se proprio si vuol giocare sugli equivoci, allora facciamolo a 360 gradi. Ad esempio: "Ho appena avuto un figlio!! E' rosa e vive nella porcilaia"... o ancora: "Mio figlio? Ha preso tutto da me: mangia solo erba e rumina per ore ed ore"... si scherza, chiaro. Ma neppure troppo...
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