martedì 9 novembre 2010

Il Sacconi dei bimbi

Quando si apre bocca, in particolare in un contesto pubblico e soprattutto se si rappresenta il governo, si dovrebbe avere l'arguzia, scelto il tema, di rispondere a una semplice domanda: quali sono i soggetti coinvolti nella mia affermazione? In poche parole: chi andrò a colpire? Il ministro Sacconi, autore dell'improvvida frase sugli aiuti governativi erogabili solo agli sposi con figli, quella domanda forse non se l'è neppure posta. E speriamo, sia così. Perché altrimenti vorrebbe dire che un ministro della nostra Repubblica ha stilato una sua personalissima graduatoria sui bambini: quelli degni di aiuto e quelli meno degni, perché macchiati dal peccato originale dei genitori. Per non far cenno alla seconda parte dell'affermazione ministeriale: non solo gli aiuti andrebbero dati alle famiglie i cui genitori hanno la fede al dito, ha chiosato il ministro, ma andrebbero a quelle famiglie che si impegnano alla procreazione. Insomma: bimbi adottati da coppie di fatto mettetevi il cuore in pace. Facili battute a parte non possiamo non sottolineare il fatto che l'elaborazione di simili frasi, pronunciate con inquietante leggerezza, sia paragonabile a un risveglio da sonni inquieti, quando non si sa se l'ansia che ci opprime è reale oppure frutto di un incubo. Increduli, vorremmo ricordare al ministro che la sua frase, pronunciata sicuramente credendo di far felice la platea della conferenza della famiglia e più in generale l'elettorato cattolico, è nei fatti un sonoro schiaffo ai bambini. La conseguenza di quel messaggio è fin troppo chiara: i tuoi genitori non sono sposati? Non sei degno di aiuti. Si dirà che non voleva. Si dirà che poi ha ritrattato. Si dirà che a tutti può scappare una sciocchezza di tanto in tanto. Bene, allora lo si dica ai bambini e a tutti coloro che quotidianamente sono impegnati in giro per il mondo a ricordare che i diritti del fanciullo valgono per TUTTI i bambini, rosa o marroncini, bianchi o gialli, con gli occhi a mandorla o con i capelli ricci, alti o bassi, sani o malati, di casta alta o "intoccabili", maschi o femmine, orfani o con famiglia. La frase di Sacconi mina nelle fondamenta questo sforzo e, a meno di due settimane dalla ricorrenza della firma della convenzione dei Diritti del fanciullo, è un doloroso schiaffo ai bambini. A tutti i bambini: anche a quelli procreati da genitori sposati.

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