BARSA
Circa
tre anni e mezzo, dai primi approcci al Tribunale dei minori al viaggio.
Siamo
sul bordo di una parete di arrampicata alta 50 metri , quando ricevo la
telefonata di Manuela che ci annuncia la lieta novella…. Si parte.
E’
il 5 agosto dell’anno scorso. Calo Patrizia e facciamo l’ultimo tiro di corda,
si chiama “lenti serpenti”, la roccia è bollente, la saliamo di corsa, alla
faccia dei serpentilenti….
16
agosto, rientro dallo Spigolo Vinci al Cengalo, a pochi minuti dalla macchina
una bella doccia fredda. Mi si incastra un piede fra due sassi nel sentiero in
discesa, 18 chili di zaino, troppo veloce…… frattura scomposta di tibia e
perone. Sarà un casino volare in India…..
E
l’ultimo timbro sul passaporto di Barsa che non arriva mai? Partiamo il 4 di
febbraio di quest’anno, dopo quattro rinvii di biglietto aereo. Un’attesa
snervante, ma per fortuna mi ha consentito di fare il viaggio senza sedia a
rotelle e senza stampelle.
Buffo
suonare al check-in di Kolkata, l’inserviente mi guarda smarrito quando mi
passa il metal detector sulla tibia. Nessun problema, l’ho fatto svenire con la
radiografia che avevo preventivamente messo sul cellulare.
Rimaniamo
solo una settimana, in India, contro le tre previste per bimbi dell’età di
Barsa. Ho controlli e fisioterapie da fare a casa ed il Ministero acconsente
l’abbreviazione del periodo.
Diversamente
dalle indicazioni per cui avremmo visto Barsa il primo giorno in Istituto e
saremmo andati a prenderla per andarcene il secondo, anche la conoscenza è
stata breve. Poche ore e con un grosso strappo dentro abbiamo chiuso la
portiera della macchina, inseguiti dagli sguardi tristi e dai pianti di Barsa,
dei suoi amici e delle sue Insegnanti. Un momento di tristezza molto forte.
Bubaneshwar,
Kolkata, Zoccorino.
Dai
+ 20° di minima ai -15° padani del mattino a metà febbraio. Sei in casa un po’
spaesata, con il cappotto, il berretto ed i guanti.
Fortuna che c’è Skype e così riesci a parlare con i tuoi amici e
maestre quando vuoi, cosa che continui a fare perché i tuoi legami sono sacri
ed è bene che, se vorrai, continueranno ad esserci.
Grazie
Skype, ti farei un monumento. Già mi vedevo sul lastrico e senza casa, a dover
pagare la bolletta Telecom di 2-3 ore di chiamata al giorno con Cuttack, usanza
dei primi mesi…..
E le vacanze? Tre settimane tutte nostre a Perledo, nella casona, con
gli amici colombiani, figli adottivi di Paola ed Andrea, le gite e le
arrampicate in riva al lago.
Ormai sono passati dieci mesi Barsa, stai facendo passi da gigante, la
scuola, il nuoto, gli amici…
A
volte ancora difficile comprenderci, tu sai bene l’Oriya, così così l’inglese,
noi sappiamo l’italiano, un po’ di padano, un po’ di inglese. Risultato? A
volte proviamo a gesti e con disegni, a volte….. beh riproveremo quando riusciremo a capirci.
Sei
gasata per l’arrampicata, ci stai chiedendo quando ti porteremo a sciare…
…
e nessuno te l’ha imposto!
Faremo
grandi cose Barsa. Basta che tu lo voglia e la disponibilità di Mà e Pà ci
sarà.
Ti
voglio bene Barsa, dopo un periodo iniziale di diffidenza volpesca (smuovere un
volpone di 54 anni neo papà non è facile) tutto sta filando meglio. E questo
soprattutto grazie alla tua energia e voglia di apprendere.
Un
abbraccio stretto, Barsa.
Papà
Enrico (Volpe)
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