C'è un passaggio in questa notizia, pubblicata nella newsletter della Commissione per le Adozioni Internazionali, che preoccupa. Ovvero che la Cina ha assicurato tempi più brevi per gli abbinamento di coppie italiane e cinesi in segno di amicizia. Questo viene fatto, cioè, per fare una cortesia all'Italia e per dimostrare che i rapporti sono buoni la Cina. In un simile atteggiamento non è possibile non vedere un rischio: che l'apertura cinese sia fatta nell'interesse di una distensione nei rapporti diplomatici dei due paesi e non in quello (supremo, dice la legge) dei bambini. E' noto che in Cina, paese dove vige la cosiddetta legge del figlio unico (le coppie possono avere soltanto un figlio, salvo casi eccezionali, e comunque devono comunicare il parto alle autorità e avere da queste il via libera, pena salatissime multe), operino bande di trafficanti di bambini. Persone che rapiscono o comprano bimbi che vengono poi ceduti (venduti!) ad altre coppie. Spesso succede che i genitori decidano di consegnare loro stessi il figlio ai trafficanti, in cambio di denaro, per evitare di pagare la sanzione prevista per chi non è autorizzato ad avere figli oppure perché avrebbe preferito un maschietto alla femminuccia venuta alla luce... insomma, in un paese dove i diritti umani sono ancora una chimera l'augurio è che si riesca ad avere la certezza dell'effettivo stato di abbandono dei bimbi che saranno abbinati a coppie italiane. Perché, non ci stancheremo mai di ricordarlo, l'adozione internazionale dev'essere fatta nel supremo interesse del minore.
lunedì 1 dicembre 2008
L'adozione che si avviCina
C'è un passaggio in questa notizia, pubblicata nella newsletter della Commissione per le Adozioni Internazionali, che preoccupa. Ovvero che la Cina ha assicurato tempi più brevi per gli abbinamento di coppie italiane e cinesi in segno di amicizia. Questo viene fatto, cioè, per fare una cortesia all'Italia e per dimostrare che i rapporti sono buoni la Cina. In un simile atteggiamento non è possibile non vedere un rischio: che l'apertura cinese sia fatta nell'interesse di una distensione nei rapporti diplomatici dei due paesi e non in quello (supremo, dice la legge) dei bambini. E' noto che in Cina, paese dove vige la cosiddetta legge del figlio unico (le coppie possono avere soltanto un figlio, salvo casi eccezionali, e comunque devono comunicare il parto alle autorità e avere da queste il via libera, pena salatissime multe), operino bande di trafficanti di bambini. Persone che rapiscono o comprano bimbi che vengono poi ceduti (venduti!) ad altre coppie. Spesso succede che i genitori decidano di consegnare loro stessi il figlio ai trafficanti, in cambio di denaro, per evitare di pagare la sanzione prevista per chi non è autorizzato ad avere figli oppure perché avrebbe preferito un maschietto alla femminuccia venuta alla luce... insomma, in un paese dove i diritti umani sono ancora una chimera l'augurio è che si riesca ad avere la certezza dell'effettivo stato di abbandono dei bimbi che saranno abbinati a coppie italiane. Perché, non ci stancheremo mai di ricordarlo, l'adozione internazionale dev'essere fatta nel supremo interesse del minore.
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