lunedì 18 marzo 2013


Barsa, la Volpe e i Serpenti Lenti… di Enrico Volpe

Circa tre anni e mezzo, dai primi approcci al Tribunale dei minori al viaggio.
Siamo sul bordo di una parete di arrampicata alta 50 metri, quando ricevo la telefonata di Manuela che ci annuncia la lieta novella…. Si parte.
E’ il 5 agosto dell’anno scorso. Calo Patrizia e facciamo l’ultimo tiro di corda, si chiama “lenti serpenti”, la roccia è bollente, la saliamo di corsa, alla faccia dei serpentilenti….
16 agosto, rientro dallo Spigolo Vinci al Cengalo, a pochi minuti dalla macchina una bella doccia fredda. Mi si incastra un piede fra due sassi nel sentiero in discesa, 18 chili di zaino, troppo veloce…… frattura scomposta di tibia e perone. Sarà un casino volare in India…..
E l’ultimo timbro sul passaporto di Barsa che non arriva mai? Partiamo il 4 di febbraio di quest’anno, dopo quattro rinvii di biglietto aereo. Un’attesa snervante, ma per fortuna mi ha consentito di fare il viaggio senza sedia a rotelle e senza stampelle.
Buffo suonare al check-in di Kolkata, l’inserviente mi guarda smarrito quando mi passa il metal detector sulla tibia. Nessun problema, l’ho fatto svenire con la radiografia che avevo preventivamente messo sul cellulare.
Rimaniamo solo una settimana, in India, contro le tre previste per bimbi dell’età di Barsa. Ho controlli e fisioterapie da fare a casa ed il Ministero acconsente l’abbreviazione del periodo.
Diversamente dalle indicazioni per cui avremmo visto Barsa il primo giorno in Istituto e saremmo andati a prenderla per andarcene il secondo, anche la conoscenza è stata breve. Poche ore e con un grosso strappo dentro abbiamo chiuso la portiera della macchina, inseguiti dagli sguardi tristi e dai pianti di Barsa, dei suoi amici e delle sue Insegnanti. Un momento di tristezza molto forte.
Bubaneshwar, Kolkata, Zoccorino.
Dai + 20° di minima ai -15° padani del mattino a metà febbraio. Sei in casa un po’ spaesata, con il cappotto, il berretto ed i guanti.
Fortuna che c’è Skype e così riesci a parlare con i tuoi amici e maestre quando vuoi, cosa che continui a fare perché i tuoi legami sono sacri ed è bene che, se vorrai, continueranno ad esserci.
Grazie Skype, ti farei un monumento. Già mi vedevo sul lastrico e senza casa, a dover pagare la bolletta Telecom di 2-3 ore di chiamata al giorno con Cuttack, usanza dei primi mesi…..




E le vacanze? Tre settimane tutte nostre a Perledo, nella casona, con gli amici colombiani, figli adottivi di Paola ed Andrea, le gite e le arrampicate in riva al lago.
Ormai sono passati dieci mesi Barsa, stai facendo passi da gigante, la scuola, il nuoto, gli amici…
A volte ancora difficile comprenderci, tu sai bene l’Oriya, così così l’inglese, noi sappiamo l’italiano, un po’ di padano, un po’ di inglese. Risultato? A volte proviamo a gesti e con disegni, a volte…..  beh riproveremo quando riusciremo a capirci.
Sei gasata per l’arrampicata, ci stai chiedendo quando ti porteremo a sciare…
… e nessuno te l’ha imposto!
Faremo grandi cose Barsa. Basta che tu lo voglia e la disponibilità di Mà e Pà ci sarà.
Ti voglio bene Barsa, dopo un periodo iniziale di diffidenza volpesca (smuovere un volpone di 54 anni neo papà non è facile) tutto sta filando meglio. E questo soprattutto grazie alla tua energia e voglia di apprendere.

Un abbraccio stretto, Barsa.
Papà Enrico (Volpe)


venerdì 15 marzo 2013


DISCORSO  DI SUA MAESTA’ NABA SIGRI, CAPO DI BILOGO - 1 novembre 2012

INAUGURAZIONE DEL CENTRO SANITARIO DI BILOGO, BURKINA FASO

Autorità presenti:
Rappresentante del direttore Regionale della Salute della regione di Ouagadougou ( ministro)
Consigliere tecnico in rappresentanza del Ministro dell’azione sociale e della solidarietà nazionale
Quadri del distretto sanitario di Paul 6
Presidente Mehala Onlus
Rappresentante del Sindaco del comune di Pabre
Autorità amministrative e religiose dei villaggi confinanti

Cari amici, popolazione di Bilogo e dei villaggi vicini,
è per me un onore e un vero piacere prendere la parola in questo giorno memorabile, a nome di tutta la popolazione di Bilogo e dei villaggi vicini, per salutare e per augurare a tutti il benvenuto nel villaggio di Olivia.
Grazie per la vostra presenza effettiva, affettiva e massiccia a questa gigantesca cerimonia di scambio, riflessione e solidarietà.

Sfortunatamente la nostra gioia è funestata da una triste notizia. Il dolore della famiglia Piro e quindi anche dell’associazione Mehala, per la perdita di un congiunto, ci tocca tutti.  Siamo tutti partecipi e costernati per questo lutto e vi chiedo di osservare un minuto di silenzio in memoria dello scomparso Enrico.  Grazie.
Che la terra santa di Papa Benedetto XVI gli sia leggera e che Dio gli riservi un luogo di sua scelta nel Paradiso celeste in modo che la sua anima possa riposare in pace.
Alla famiglia addolorata presentiamo le nostre vive e sincere condoglianze, unite alla nostra compassione.

Oggi siamo qui per l’apertura ufficiale del centro sanitario e non ho parole per esprimere al meglio la simpatia di tutta la popolazione di Bilogo all’associazione Mehala e per testimoniare la nostra profonda gratitudine per l’opera titanica, altamente umanitaria, puramente sociale e solidale intrapresa qualche anno fa.
Le medesime felicitazioni ed espressioni di gratitudine siano indirizzate alla Presidente di Mehala per la sua costante disponibilità e per il suo impegno personale ad una buona collaborazione con nostra figlia e sorella Olivia., questa italo/burkinabè di grandi idee e di cuore d’oro.

Noi ringraziamo vivamente il governo del Burkina Faso attraverso il Ministro della salute rappresentato qui dal Capo medico del dipartimento di Paul 6 e dai suoi collaboratori e anche il Ministro dell’azione sociale e della solidarietà nazionale per la loro inestimabile collaborazione alla realizzazione di questo centro sanitario.

Una bellezza di architettura di grande valore, di portato morale e storica, di qualità superiore, questo Centro sarà religiosamente ricordato dalle generazioni future.

Dalla sua entrata in operatività, il 25 settembre scorso, la nostra popolazione, e in particolare le nostre madri e spose possono apprezzare la differenza tra i loro parti a casa e sulla strada e le prestazioni della maternità. Non ci saranno più parti sulle pietre ai piedi id una collina o sul bordo di una boscaglia.

Io invito gli operatori della salute, recentemente incaricati dal Ministero, ad appropriarsi di questa infrastruttura affinchè possa essere il loro punto di partenza e il loro riferimento.
A tutta la popolazione di Bilogo e dei villaggi vicini, io lancio un appello solenne, un grido dal cuore affinchè ci sia una massiccia e regolare frequentazione del centro sanitario per il benessere delle famiglie.
Invito gli abitanti del villaggio che si sono trasferiti altrove, ovunque si trovino, ad impegnarsi e ad investire nel buon mantenimento e nel miglioramento di questa realizzazione comune, cara al nostro cuore.

Cari amici italiani, onorevoli invitati,
ogni qualvolta oltrepasserete la soglia del villaggio di Bilogo, dite a voi stessi che siete a casa. Le nostre condizioni di accoglienza sono certamente modeste e paragonate ai nostri mezzi, ma siate certi che la leggendaria ospitalità africana e il calore dei nostri cuori non vi mancheranno mai qui.
Ogni volta che ci sarà da difendere gli interessi delle madri e dei bambini, dovrete solo alzare un dito e anche le anime dei defunti di Bilogo si risveglieranno per seguirvi e aiutarvi.

Per terminare, cari amici, quando tornerete nel vostro Bel Paese, vi preghiamo di trasmettere fedelmente ai giovani italiani, tutta la stima e l’amicizia che sentono nei loro confronti i piccoli fratelli scolari di Bilogo.

A tutte le donne italiane trasmettete tutto l’affetto e l’amore delle loro sorelle e madri di Bilogo, povere ma fiere e laboriose.

Grazie di cuore.

martedì 12 marzo 2013


RITROVARSI
Anush, Nitya e Sabarna


Questa è la storia (o per meglio dire un frammento) di tre bellissimi bambini che il destino ha voluto far incontrare per la prima volta nella casa dei bimbi di Chennai e poi girando pagina li ha catapultati qui in Italia.
Nitya e Sabarna hanno condiviso luogo, tempo e affetti sin dai primi giorni di vita (sono nate a 4 mesi di distanza l'una dall'altra) e Anush è arrivato lì da loro dopo qualche tempo.
Mentre loro si incontravano in India, le trame delle nostre storie di mamme si intrecciava qui.
Ad un seminario "casualmente" conoscevo Renata dopo pochi giorni dall'abbinamento con Sabarna ed un anno dopo sempre "casualmente" conoscevo Micaela da Mehala.
Siamo diventate amiche naturalmente, forse per affinità, per condivisione di stile di vita o forse perchè il destino ci preparava ad un nuovo incontro. Ad un certo punto è arrivato l'abbinamento per Micaela e dopo qualche mese il mio. Il denominatore comune era il KP a Chennai.
Cosi dopo molti mesi di paturnie alla spicciolata uno dopo l'altro i nostri tre pargoli sono atterrati in Italia.
Nitya ha visto Sabarna subito all'aeroporto e dopo due giorni Anush a casa nostra. Abbiamo capito che si conoscevano ma avevano bisogno di "scoprirsi", di abbattere qualche barriera, di diventare amici, di imparare a stare assieme.
Oggi sono amici, giocano insieme, si abbracciano, si baciano e si cercano.
E noi mamme? Noi siamo amiche e ne approfittiamo per farci delle grandi chiacchierate.

mercoledì 6 marzo 2013

Il mio viaggio della India


Barsa è una bimba “grande”, ha dovuto aspettare 12 anni prima di poter incontrare i suoi genitori. E’ in Italia da soli dieci mesi. Questo è il suo contributo per il Giro di Giostra. Prezioso come è preziosa lei e tutti i bimbi che reinvestono sulla vita. Grazie.

In Basundhara mi sono migliorato tanto, con i miai amici e house mother .
Poi qualche mese dopo ho saputo che qualche persona italiana mi voleva adottare, poi ho pensato che avrei lasciato i miei amici e il Basundhara .
In Basundhara c’erano Gori dide, Akash, Sorata, Ranjan, e Lily Namita miss, mi vogliono tanto tanto bene.
Quando sono venuti i miei genitori in Basundhara mi sono sentita felice ma anche triste, perchè ?
Perché lascio i miei amici e Goridide e Lily dide e altre signorine.
Da quando i miei genitori mi hanno portato in Italia mi sento molto diversa dall’India.

ADESSO IN ITALIA.
Quando sono venuta in Italia mi sento molto diversa dall’India mi mancava India .
Ho sentito il cibo molto diverso, faceva molto freddo.
Poi ho visto la mia famiglia che mi è piaciuta tantissimo.
I miei genitori mi hanno dato il permesso per chiamare in India ,poi ho parlato tutti i giorni con Gori dide e i miei amici .
Voglio tanto bene alla mamma e al papa’ e sono contenta di essere qua.
Ora sto andando a scuola e ho tanti amici.
Faccio tanti sports, nuoto,arrampico,e judo.
Io ho tre gatti, e la mia camera molto bella, i miei amici sono simpatici, anche i miei genitori e anche la famiglia.
In questi mesi sono cresciuta tanto.
Mi voglio tanto tanto tantissimo bene a papa alla mamma!!!
Grazie per la mia vita a i miei genitori e la famiglia.
Barsa!!!Grazie a Marco, Mehala e all’ India per il vostro lavoro per il viaggio in Italia.!!!