giovedì 29 luglio 2010

I bambini ci insegneranno a vivere

I bambini ci insegneranno a vivere se:
- saremo in grado di lasciare spazio e tempo per esprimersi
- sapremo riconoscere la loro storia e identità narrativa attraverso i diversi percorsi di ricostruzione delle basi sicure
- sapremo leggere oltre il comportamento anomalo
- sapremo sorridere, sognare, cantare e gioire insieme a loro
- Ri-diventeremo comunità educante
- Costruiremo proposte cariche di significato
- Sapremo rispettare, ascoltare, guardare…
- Sapremo trovare i giusti mediatori
- Sapremo investire nelle risorse umane e sociali
- Sapremo costruire reti di sostegno solidali
- Sapremo aver fiducia e valorizzare…
- Sapremo essere adulti responsabili, coerenti e presenti


venerdì 16 luglio 2010

Sotto un cielo africano

Fa caldo a Milano. Un caldo africano si sente dire.
Valentina e Alberto stanno preparando delle valigie pesanti. Ci mettono dentro sogni, pensieri, desideri, preoccupazioni e trepidazione.
Andranno in Kenya a incontrare il loro bimbo. Ci resteranno a lungo. Sarà un'esperienza unica.
Alla loro famiglia, finalmente riunita sotto il cielo africano, va il nostro immenso saluto.
Siamo emozionati e convinti che tutto andrà per il meglio.
La prima adozione di Mehala in Kenya.

lunedì 12 luglio 2010

Il gioiello rubato




Quando entriamo in un negozio e vediamo un oggetto che ci piace, prima ancora di conoscerne il prezzo dovremmo preoccuparci di un'altra fondamentale domanda: da dove arriva e, soprattutto, qualcuno è stato sfruttato per realizzarlo? Il rischio, infatti, è di indossare un gioiello sudicio del sudore di un'infanzia scippata. La storia qui sotto, in inglese, racconta di Ravi, un bimbo indiano di sette anni trovato a lavorare 98 ore alla settimana per incastonare perline nei bracciali venduti da catene di negozi britannici. Restiamo sbalorditi e nauseati al pensiero che per un pugno di sterline vi siano adulti pronti a uccidere l'infanzia e l'innocenza dei bambini.
L'articolo, che riprende una storia pubblicata dal Times, è presa in prestato dal Sun...

A BOY of seven has been found working 98 hours a week in a sweatshop making cheap Christmas goods for the high street.

He was earning just SEVEN PENCE an hour and doing a 14-hour day, from 9am to 11pm seven days a week in a slum in Indian capital Delhi.

The lad, called Ravi, looked pockmarked and exhausted as he glued glitter on to gold napkin rings to be sold in Poundland.

An undercover reporter filmed him working with seven other youngsters at the sweatshop making glittery trinkets for Indian exporter Trishulin Overseas, which supplies the discount store.

Poundland has launched a probe. A spokesman said: "Poundland does not tolerate child labour and will not work with companies that employ children.

"If Trishulin Overseas is found to have breached our moral and ethical standards Poundland will review its relationship with the company and its products won't be sold in any Poundland store."

Reporter Nicola Smith, who was tipped off by a children's charity, said the kids also slept at the factory. She said: "Ravi was by far the smallest and his pale face bore marks that indicated this was not a healthy child."

Trishulin Overseas said it did not know kids were making its goods and promised to end its relationship with the manufacturer. Around 50,000 kids are said to work illegally in Delhi.



- Posted using BlogPress from my iPhone

mercoledì 7 luglio 2010

Il tema di Suthida

Suthida è una ragazzina thailandese, da anni residente in Italia. Questo è il tema che ha scritto per l'esame di terza media

Tema: Sicuramente ti sei soffermato, nel corso dell´anno, a riflettere sul fatto che l´umanità è travagliata da grandi problemi quali la guerra, la povertà, la droga, il razzismo, l´inquinamento, l´emigrazione, … Soffermati su una di queste problematiche, esponi le tue conoscenze, motiva il tuo interesse ed esprimi le tue idee in proposito
L´argomento "emigrazione" lo conosco abbastanza bene perché io stessa sono un´emigrata. Siamo emigrati quando avevo sette anni e a quel tempo non sapevo il perché. Adesso che ho quasi quattordici anni l´ho capito da sola: siamo emigrati dalla Thailandia perché mia mamma voleva una vita migliore per me e mia sorella. Credo che siamo state fortunate perché ne avevamo la possibilità, mentre altre persone non ce l´avevano. Quello che è capitato in Thailandia fino a pochi giorni fa è stato orribile ed è successo vicinissimo alla casa dove abitavamo, quindi devo solo ringraziare mia mamma per averci portate via da lì. Quando ero in Thailandia, per quello che mi ricordo, ero sporca e disordinata, così come la nostra vecchia casa. Stavo sempre fuori a giocare nelle pozzanghere quando pioveva e insieme alla mia banda facevamo scherzi alla gente. Mi ricordo che una volta mia sorella e mia cugina di quattordici anni, che era già incinta, mi costrinsero a non andare a scuola e ad andare al parco giochi con loro. Ecco com´era la mia vita prima di prendere l´aereo per la prima volta e venire qui, in un posto molto diverso da quello dal quale sono venuta. Vi racconto tutto questo per farvi sapere il perché certe persone emigrano, il perché scelgano il vostro Paese: perché il vostro è migliore del nostro. Certo, anche qui ci saranno cose brutte, perché i mali ci sono dappertutto, ma da noi è peggio. Invece di lamentarvi, siate orgogliosi di sapere che abbiamo scelto il vostro Paese perché è migliore, siate generosi ad accoglierci con un po´ di allegria, siate misericordiosi ed aiutateci a vivere con normalità nel vostro paese, siate pazienti ed insegnateci la vostra lingua, cultura e le vostre tradizioni, siate curiosi di conoscerci meglio, ma soprattutto siate coraggiosi di ammettere che gli stranieri vi sono d´aiuto, vi servono e vi arricchiscono giorno dopo giorno. Allora perché mi domando io, perché non volete farci diventare uno di voi, perché non aprite gli occhi e vedete che uno straniero che lavora ogni santo giorno meriti più di ogni altro italiano di diventarlo anche lui? Dovete smetterla di essere così razzisti ed egoisti. Pensate a quanta nuova gente potrete conoscere, pensate a due innamorati che devono stare lontani solo perché lui o lei è straniero e non ha il permesso di soggiorno! Che cos´è l´emigrazione? Lasciare il proprio paese d´origine per trasferirsi altrove, così dice il dizionario. Secondo me non è solo questo. L´emigrazione è una bella cosa. È un modo per conoscere nuova gente, nuovi posti, lingue e tradizioni. Chissà di quante persone potrete innamorarvi, pensate ai vostri figli quante opportunità potrebbero avere conoscendo nuove esperienze e nuovi amici. Sì, l´emigrazione è proprio una bella cosa!